A ridosso della fine dell’anno, tra resoconti e festività, la prevenzione è la prima arma per una buona salute cardiovascolare.
Siana alimentazione, peso corporeo e pressione arteriosa nella norma riducono il rischio cardiovascolare e di sviluppare il diabete.
Le malattie cardiovascolari rimangono il killer numero uno al mondo, causando 18,6 milioni di morti l’anno. Le cause sono molte: dal fumo, al diabete, all’ipertensione, all’obesità e non ultimo all’inquinamento atmosferico. Il cuore è un’incredibile macchina da tutelare.
Mantenere abitudini di vita sane e la pressione arteriosa sotto controllo è fondamentale. E la prevenzione, ossia il controllo periodico di parametri vitali, riduce il rischio cardiovascolare indipendentemente dal fatto che si sia geneticamente “a rischio”.
IL RUOLO DEL FARMACISTA NELLA PARTITA DELLA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE
Il farmacista oggi gioca un ruolo centrale nella prevenzione primaria e secondaria (grazie alla tecnologia e alla telemedicina) attraverso l’individuazione e il monitoraggio di specifici fattori di rischio, l’educazione e consulenza del cliente/paziente e la gestione delle terapie farmacologiche e/o di integrazione.
Diverse indagini hanno messo in luce come l’intervento del farmacista, oggi, può portare a un miglior controllo dell’ipertensione, del profilo lipidico e di consiglio nell’intraprendere abitudini quotidiane virtuose.
UN’INCREDIBILE MACCHINA, CHIAMATA CUORE
Il cuore batte circa 110 mila volte ogni giorno. Ogni minuto il cuore pompa circa 5,5 litri di sangue. Il suono del battito cardiaco è provocato dall’apertura e chiusura delle sue valvole.
Nelle donne il cuore batte leggermente più veloce di quello degli uomini.
Per darti un’idea della potenza del cuore, ogni giorno produce e crea abbastanza energia per guidare un camion per 32 chilometri. Che in una vita si tradurrebbe nel guidare fino alla Luna e tornare indietro.
La maratona di 42km può essere corsa in sole due ore, ma i corridori a qualsiasi velocità vadano e con qualsiasi tempo di percorrenza, hanno il 45% di rischio in meno di contrarre malattie cardiache e/o ictus.
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